Il limone (Citrus limon) è un albero da frutto appartenente al genere Citrus e alla famiglia delle Rutaceae. Secondo alcuni studi genetici, il limone è un antico ibrido, probabilmente tra il pomelo e il cedro, ma da secoli è una specie autonoma che si riproduce per innesto o talea. Incerta l’origine di questo straordinario frutto proveniente dall’oriente e coltivato da millenni in Cina. Il nome limone, invece, si originerebbe dal termine persiano “līmū” che indicava gli agrumi in genere.

Le prime tracce del limone si perdono nel mito greco e romano, con origini persiane. Le prime descrizioni letterarie si hanno in scritti arabi fin dal X secolo e utilizzati inizialmente come piante ornamentali. Furono poi introdotti in Sicilia dopo il X secolo e più tardi a Genova (a metà del XV secolo) e ad Amalfi durante il fiorente periodo di commercio delle repubbliche marinare. Cristoforo Colombo portò i semi del limone fino all’isola di Hispaniola nelle Antille.

LIMONE OGGI
Oggi, nei luoghi a clima temperato, il limone è coltivato in tutto il mondo con le sue numerosissime varietà, dal Femminello siciliano allo Sfusato amalfitano, che trovano in queste splendide zone italiane il loro habitat ideale e naturale.
Tipicamente, le nuove varietà hanno frutti molto succosi, con polpa molto acida e buccia molto aromatica e inoltre tendono a essere molto rifiorenti, producendo frutti praticamente per tutto l’arco dell’anno.

LIMONE E GLI ALTRI
Il cedro (Citrus medica) è un agrume molto simile al limone ed è una delle specie originarie da cui discendono tutti gli agrumi coltivati oggi.
Un cedro assai particolare è quello della varietà etrog, utilizzato per la festività dei tabernacoli in Palestina: ha dimensioni enormi ed è dolce e succoso in tutte le sue parti (polpa, buccia e albedo).
Citrus ×myrtifolia comunemente detto chinotto. La sua origine non è esattamente accertata. Il chinotto deve il suo nome alla Cina, luogo da cui sarebbe stato importato verso la fine del ‘500 o all’inizio del ‘600 da un savonese.
Bergamotto (Citrus ×bergamia). Alcune leggende fanno derivare il bergamotto dalle isole Canarie dalle quali sarebbe stato importato da Cristoforo Colombo; altre fonti propendono per Cina, Grecia o dalla città di Berga in Spagna; mentre si narra la storia del moro di Spagna che per 18 scudi ne vendette un ramo ai signori Valentino di Reggio (in Calabria).

Il mito, le origini, la storia
Nei giardini di Babilonia ci dovevano essere degli splendidi alberi di limoni portati, sembra, dalla lontana India, dai contrafforti dell’Himalaya, dove crescevano spontanei. Teofrasto di Iresia, greco e botanico del IV-III secolo a.C., lo chiamò pomo della Media e uno dei primi nomi botanici del limone è stato Citrus medica, cioè proveniente dalla Media.
Secondo le leggende greco-romane, i frutti degli agrumi rappresentavano la dote di Era (Giunone), sposa di Zeus (Giove) che, geloso del loro splendore, li custodì in un meraviglioso giardino, situato ai confini del mondo, a occidente, dove il sole muore ogni giorno e dove vivevano le ninfe Esperidi.
Le Esperidi, le tre sorelle, Aegle per il cedro, Aretusa per il limone, Hesperetusa per l’arancio erano le ninfe che custodivano i “pomi d’oro” e che Ercole, in una delle sue fatiche, rubò dal giardino e portò agli uomini. I romani tenevano il limone in grande considerazione sia per la bellezza (e lo coltivavano nei loro splendidi giardini) sia per le innumerevoli proprietà. Nella “Casa del Frutteto”, nella Pompei archeologica, sono raffigurate delle inequivocabili piante di limoni.

I LIMONI E MONTEROSSO
Monterosso ha una lunga tradizione nella coltivazione dei limoni, in particolare all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre mantiene ancora oggi il primato di ettari coltivati ad agrumeti. Il limone che è stato fin dal ‘600 la base culturale di questo paese, insieme alla pesca e alla coltura della vite, oggi è messo in secondo piano. Nella carta di Matteo Vinzoni nel 1700 sono già descritti i “meravigliosi orti di agrumi”.
La tradizione locale, tendente a sfruttare ogni angolo del territorio, individua il fondovalle come zona ideale per la coltivazione del limone poiché richiede tanta acqua e poco vento.
Ai margini del paese si ritrovano numerosi orti di limone ma senza dubbio le aree dove storia e natura si intrecciano e dove possiamo osservare splendide limonaie sono quelle di Buranco e Morione.
A queste vie e a quelle di Fegina si ispirò Eugenio Montale per scrivere una delle sue liriche più famose: “I limoni”. Ogni primavera il paese festeggia questo prezioso frutto con la famosa Sagra dei Limoni.

LIMONE DA NOBEL
La Liguria orientale, la terra in cui trascorsi parte della mia giovinezza, ha questa bellezza scarna, scabra, allucinante…”

Il giovane poeta Montale trascorre con la famiglia le estati della sua infanzia e adolescenza a Monterosso, dove i suoi genitori possiedono una bella villa sul mare, la famosa “casa delle due palme”.
La natura selvaggia e arida della costa ligure diventa la protagonista assoluta delle liriche della prima raccolta, Ossi di Seppia, dove insieme a Meriggiare e L’agave sullo scoglio spicca il suo manifesto letterario I limoni. Tale raccolta gli varrà l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 1975.

Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni…
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza,
ed è l’odore dei limoni

I PERCORSI: BURANCO
Questo itinerario parte dal nucleo più antico dell’abitato di Monterosso e termina sul lungomare. Dal centro storico si prosegue verso via Buranco attraverso un antico porticato di origine millenaria. Si esce quindi dal paese tra splendidi terrazzamenti di cui si ha traccia già nella cartografia della Repubblica di Genova.
Qui sono ammirabili diverse strutture notevoli come la copertura artificiale settecentesca del torrente Buranco con la creazione di un giardino adibito a limoneto.
Salendo verso il cimitero si possono osservare i resti dell’antico Castrum Obertengo e scendere verso il Convento dei Cappuccini e via verso l’area di San Francesco, ove possiamo sentire gli echi delle principali liriche Montaliane.

I PERCORSI: MORIONE
Il visitatore che entra in questa valle posta a sinistra del paese uscendo dall’abitato fa subito un salto nel passato tra ponti e muraglie in buona parte risalenti al 1700. Risalendo, oltre a splendidi orti di limoni troviamo una vegetazione torrentizia con flora e fauna particolari in Riviera con alcuni elementi di pregio come l’iris giallo, il Cladium mariscus e più su risalendo un nucleo autoctono ed eterotopico di sughera (Quercus suber). Salendo il ripido sentiero dalla valle, si giunge all’Eremo di Santa Maria Maddalena. La parte alta del sentiero è quasi interamente all’interno di un interessante bosco misto e in alcuni tratti è possibile scorgere alberi di quercia da sughero. Sulla sommità di questa collina sorgono i resti della chiesa di S. Lorenzo al Terriccio attestata per la prima volta nel 1244 e che nel 1428 ottenne il titolo di Santa Maria Maddalena.

LA CUCINA DELLE CINQUE TERRE
Limoncino
Il limoncino è un liquore dolce che è preparato macerando in alcol le scorze di limone e diluendo il tutto in una miscela di acqua e zucchero.
A preparazione ultimata, il limoncino si presenta come un liquido il cui colore giallo è più o meno intenso a seconda di come il liquore è stato preparato. La scelta dei limoni è fondamentale per la riuscita della ricetta; i più adatti sono quelli medio-grandi di forma ellittica e simmetrica; questi limoni sono raccolti a mano tra febbraio e ottobre.

Acciughe al limone
Pulite e diliscate le acciughe. Lavatele e adagiatele in un recipiente. Ricoprite col succo del limone e ponete in frigo per circa 4-5 ore.
Trascorso questo tempo, scolate le acciughe dalla marinata, disponetele su un piatto e conditele con l’origano, il basilico spezzettato, il sale e l’olio. Servitele fredde.